FALSO

FAKE: Pastore in Sudafrica fa ritornare alla vita un morto

Alix Amer 15 May 2019
FAKE: Pastore in Sudafrica fa ritornare alla vita un morto
Domenica 24 febbraio è apparso un video che è subito diventato virale, ma che nel giro di poco si è capito che era tutta una finzione. Nella sequenza si vede un uomo «ritornare dalla morte», dopo che un pastore evangelico ha pregato per lui. Nel filmato, il pastore Alph Lukau della Alleluia Ministries International mette le mani sul corpo dell’uomo mentre è già disteso in una bara e inizia a pronunciare una serie di parole. L’uomo sarebbe morto il venerdì e il suo corpo domenica sarebbe stato trasportato in Zimbabwe dalla sua famiglia. Dopo che è stato riportato in vita, è stato fatto sfilare all’interno della chiesa del suo movimento. Il servizio domenicale è stato trasmesso in diretta sulla pagina YouTube di Lukau, che ha 635.000 abbonati, e poi twittato su oltre 22.700 follower del pastore. Lukau ha urlato in un microfono color oro al “miracolo”.


Una parte dei sudafricani ha ironizzato sulla vicenda, ma un’altra ci ha creduto spingendo la Commissione per la promozione e la protezione dei diritti delle comunità culturali, religiose e linguistiche (Crl Rights Commission) a lanciare un’indagine. «È giunto il momento per i sudafricani di non lasciarsi ingannare, di porre domande critiche quando si verificano determinati eventi nel paese o in qualsiasi altro ambiente in cui si trovano», ha affermato il professor David Luka Mosoma, vicepresidente della commissione Crl Rights. L’unica certezza è che la storia è una bufala! L’uomo risorto nel video per mano del pastore Alph Lukau è stato identificato come Brighton Moyo, 29anni, dello Zimbabwe. Lavorava per una società di legnami a Pretoria. L’azienda, Vincent Amoretti Pty Ltd, ha dichiarato all’Eyewitness News che l’ultima volta che lo avevano visto era stato il 19 febbraio, quando è arrivato in ritardo al lavoro. Era andato a un funerale durante il fine settimana e aveva detto ai suoi colleghi che era in ritardo perché gli anziani della chiesa gli hanno chiesto di rimanere un giorno di più. Un collega ha detto che il 29enne aveva aiutato il parroco con un altro miracolo finto. Amoretti, il proprietario di Vincent Amoretti Timber and Construction, ha detto che Moyo lavorava per la sua compagnia da sei mesi: «Da quello che dicono risulta che non era nuovo a queste sceneggiate, e che già in passato era apparso su una sedia a rotelle e lo avevano fatto alzare e camminare, insomma non era nuovo a questi finti miracoli». Secondo una prima ricostruzione della polizia si pensa che ci siano anche altre persone che come lui che si prestano a questo tipo di fake (in questo caso per un ritorno economico). 

Ma riavvolgiamo il nastro del miracolo: i pastori della chiesa Busi Gaca e di Rochelle Kombou hanno descritto come il conducente del carro funebre, quando portò il corpo del 29enne nel suo villaggio, sia fuggito per la paura dopo aver sentito rumori provenienti dall’interno della bara al suo arrivo in chiesa. «I fedeli presenti erano spaventati per quello che stava accadendo». TimesLIVE ha ripercorso il suo viaggio verso casa dopo lo scandalo, in un remoto villaggio dello Zimbabwe a Lupane, nel Matabeleland North. Il centro urbano più vicino è Bulawayo, oltre 150 km a sud. Lì, Moyo era conosciuto come Thabiso Mlanje, 28 anni, che nei suoi anni di formazione presso la scuola elementare di Gogo era noto per le sue abilità calcistiche. Poi cambiò il nome in Brighton Moyo. «Nel 2011 è andato in Sud Africa per cercare lavoro, ha sposato una ragazza di un villaggio vicino e quando hanno avuto dei bambini, li ha rimandati tutti qui a casa e non abbiamo mai saputo cosa stesse facendo», ha detto Emily Moyo, sua nonna. Non sapevano di certo che il giovane facesse parte del giro dei miracoli falsi. La polizia era sulle sue tracce. Ma tre giorni dopo essere risorto è stato ricoverato in ospedale per una polmonite, e poco dopo ironia della sorte è morto davvero.