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Giustizia: Nel sud i peggiori tribunali d’Italia

Pier Paolo Filippi 11 June 2019
Giustizia: Nel sud i peggiori tribunali d’Italia
Patti, Vallo della Lucania, Barcellona Pozzo di Gotto, Paola, Castrovillari, Lagonegro, Vibo Valentia, Napoli Nord. E poi ancora Caltagirone, Gela, Palmi, Messina, Catania, Agrigento, Potenza, Ragusa, Tempio Pausania, Lamezia Terme, Nocera Inferiore e Reggio Calabria. Sono tutti del Sud i “peggiori” tribunali d’Italia, dove la giustizia procede a passo di lumaca, secondo i dati forniti dal Ministero della Giustizia italiano in base agli indicatori utilizzati in ambito internazionale. Come scrive Truenumbers.it, la lentezza dei processi, e di quelli civili in particolari, è tra i 5 principali motivi per i quali la giustizia italiana non funziona. “Nel 2010 – si legge nell’articolo - siamo stati ultimi tra tutti i membri Ocse in quanto al tempo necessario per chiudere una causa civile: 564 giorni rispetto ai 238 degli altri paesi. Giorni che diventavano in appello 1.113, contro una media Ocse di 236, e 1.188 in Cassazione, per un totale stratosferico di 2.866 giorni. La media degli altri Paesi industrializzati era di 788 giorni”. Oggi, anche se i dati sono migliorati, il Ministero registra comunque un enorme divario tra il Nord e il Sud del Paese. In base al “disposizione rate”, ovvero i giorni necessari all’esaurimento degli stock di procedimenti pendenti nel caso in cui non sopravvenissero nuove iscrizioni, ci vogliono 16 posizioni prima di trovare un tribunale che non sia del Sud, quello di Latina. Bisogna scendere di 50 posizioni, su 140, prima di incontrare un tribunale del Nord, quello di Vicenza. Al primo posto c’è il tribunale di Patti, in Sicilia, dove per smaltire il pendente servirebbero 1.193 giorni. A Vallo di Lucania, invece, di giorni ne occorrerebbero 1.037. La distanza con tribunali del Nord, come Aosta e Rovereto dove di giorni ne servirebbero rispettivamente 118 e 152, la differenza pare incolmabile. “Globalmente rispetto a due anni prima questo indice è calato in media di 7 giorni – scrive Truenumbers.it -la riduzione però non è stata uniforme. Per esempio: a Patti c’è stato un aumento percentuale del 45% circa, così come a Vallo della Lucania. Aumenti e cali distribuiti a macchia di leopardo, con un’importante diminuzione, – 53,1% dei giorni di ‘Dispostition Time’ nel grande tribunale di Napoli Nord che gestisce una buona fetta della giustizia in Campania”. Se si prende in considerazione, come indicatore dell’efficienza, il cosiddetto “Clearance Rate”, ossia il rapporto tra procedimenti definiti e procedimenti nuovi, la musica non cambia, con il Sud alla guida della classifica dei tribunali peggiori. In particolare Napoli Nord, che “nonostante il recupero di efficienza del 2015 con circa 7 mila procedimenti definiti in più (21.446 contro 14.445) rispetto all’anno prima, vede solo al 68% la percentuale di questi su quelli nuovi. Tra i 22 tribunali in cui questo indicatore è risultato inferiore a 100, ovvero le strutture dove si sono accumulati arretrati perché vi sono stati più procedimenti nuovi di quelli conclusi, 16 sono del Sud, in particolare si tratta dei tribunali di Sicilia, Calabria e Campania”. Stessa situazione se si guarda all’”indicatore di sforzo”, che misura di quanto dovrebbe aumentare il numero di procedimenti definiti per raggiungere la parità con quelli pendenti entro 3 anni. Anche qui guida il Mezzogiorno d’Iatlia, con Patti, Vallo della Lucania e Barcellona Pozzo di Gotto. “Nel complesso – conclude Truenumbers  - in Italia sarebbe necessario un aumento del 16% dei procedimenti definiti (28% al Sud, 14% al Centro, e solo 3% al Nord), che però diventa il 281% nel caso dei fallimenti e del 117% in quello dei procedimenti immobiliari. Sono queste le tipologie di cause che stanno di fatto intasando i tribunali del nostro Paese. Ancora più varie le percentuali dell’indicatore di sforzo se consideriamo i tribunali in base all’ampiezza dei bacini di utenza”.