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FAKE: “L’operazione Sophia serviva a portare i clandestini in Italia”

Pier Paolo Filippi 29 July 2019
FAKE: “L’operazione Sophia serviva a portare i clandestini in Italia”
Il tema dell’immigrazione e degli sbarchi si conferma ancora una volta terreno fertile sul quale coltivare fake news e disinformazione.  La presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, il 9 luglio sulla propria pagina Facebook ha scritto: "Con la missione Sophia, per volontà dei Governi Pd, le navi militari di tutta Europa non contrastavano l’immigrazione illegale o le attività delle Ong, ma trasportavano direttamente loro i clandestini in Italia". Ma la leader di Fratelli d’Italia, come appurato da Pagella Politica, non la conta giusta. La missione Sophia, come spiega il Ministero della Difesa, è la prima operazione militare dell’Unione europea di sicurezza marittima che opera nel Mediterraneo centrale ed è denominata anche Eunavfor Med (European Union Naval Force in the South Central Mediterranean). Nata nel 2015 sotto l’egida delle Nazioni Unite, partecipano a Sophia 26 Stati dell’Unione su 28 (tutti tranne Slovacchia e Danimarca) ed è sotto il comando dell’Italia. Ufficialmente è ancora attiva fino al prossimo settembre anche se, in seguito alla stretta sui migranti imposta dal vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini e alle critiche di altri paesi dell’Europa, allo stato è sostanzialmente ferma. Il suo mandato era quello di “adottare misure sistematiche per individuare, fermare e mettere fuori uso le imbarcazioni ed i mezzi usati o sospettati di essere usati dai trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo Centrale”. Successivamente, dal giugno 2016, a questo compito si è aggiunto l’addestramento della Guardia costiera libica e il controllo dell’embargo delle armi nei confronti del Paese nordafricano. Poi, da luglio 2017, Sophia è stata impegnata anche nel contrasto ai traffici di petrolio di contrabbando e nell’intelligence sulla tratta di esseri umani. Il suo mandato dunque, a differenza di quanto affermato dalla Meloni, non è “trasportare i clandestini in Italia”, bensì proprio il contrasto dell’immigrazione illegale. E nemmeno, come detto dalla leader di Fd’I, aveva lo scopo di contrastare le Ong in quanto  non sono mai emersi nel corso delle indagini che hanno coinvolto le organizzazioni umanitarie legami con trafficanti e scafisti. Vero è che le navi impegnate nell’operazione Sophia sbarcavano i migranti salvati nel Mar Mediterraneo in Italia. Questo però avveniva in base al diritto internazionale, che prevede che quando una nave soccorre dei naufraghi debba portarli nel porto vicino più sicuro. Le navi della missione, muovendosi in un’area sovrapposta alla Sar (Search and rescue, cioè l’area di competenza per i salvataggi in mare)  di Libia, Italia e Malta avrebbero potuto sbarcare i migranti solo in Italia. La Libia, infatti, come riconosciuto anche dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi non può essere considerata un porto sicuro. Malta, invece, a causa delle sue ridotte dimensioni poteva accogliere solo un piccolo numero di migranti ma non la mai fatto. Come scrive Pagella Politica, “con l’operazione Sophia si può quindi dire che, al massimo, l’Italia si sia fatta carico di una piccola quantità di migranti che sarebbero dovuti andare a Malta, ma niente di più. Inoltre, “i migranti salvati al di fuori della rotta centrale del Mediterraneo, dove insisteva appunto l’operazione Sophia, venivano infatti portati in Grecia o in Spagna o negli altri porti sicuri più vicini al luogo del salvataggio”. Dal momento però che negli anni in cui è stata attiva Sophia il numero di migranti lungo la rotta centrale del Mediterraneo era il più copioso, una grassa quantità di loro è arrivata in Italia. Ma dopo l’accordo dell’allora ministro dell’Interno Marco Minniti con le fazioni libiche a metà 2017, c’è stato un vero e proprio crollo degli sbarchi, dimostrando dunque che non erano le navi della missione Sophia a determinare la partenza dei migranti. “Più semplicemente – scrive Pagella politica - finché il flusso è stato molto consistente, le navi militari erano obbligate dal diritto internazionale a salvare e portare in Italia molti migranti (comunque il 10 per cento del totale, come detto). Quando il flusso si è ridotto drasticamente, le navi hanno quindi iniziato a portare in Italia pochi migranti. Ma sbarcare i migranti in Italia non era lo scopo della loro missione, era al massimo un’attività inevitabile che affiancava i vari compiti dell’operazione Sophia”.