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Fake news, oscurato sito di Sulmona. La fondatrice: «Non incitava alla violenza»

Patrizio Iavarone 16 May 2019
Fake news, oscurato sito di Sulmona. La fondatrice: «Non incitava alla violenza»
C’è anche un profilo di Sulmona tra i ventitré oscurati da Facebook l’altro giorno in tutta Italia perché violavano la policy del social network, traendo in inganno in tutto quasi 2 milioni e mezzo di persone con fake news, parole d’odio e profili che non corrispondevano a quanto intestato o che avevano cambiato nome, così costringendo i propri followers a ritrovarsi iscritti su una pagina che spesso non condividevano. Si tratta del profilo “Lega Salvini Sulmona”, aperto lo scorso anno da un’insegnante del Polo scientifico, Tiziana Di Pietro, con il nome “Il peggio del Grande Fratello 2018” e poi trasformato in una pagina politica a sostegno del leader della Lega. Una pagina, tra l’altro, con un importante seguito: 300mila interazioni e 23mila followers, seconda, nella black list di Facebook, solo a “Vogliamo il Movimento 5 Stelle al governo”.

A differenza delle altre, però, sostiene la fondatrice della pagina "la mia non incitava alla violenza e all’odio. Era solo una pagina ironica che io avevo ceduto ad una persona vicina alla Lega (partito al quale la donna è iscritta, ndr) e nella quale all’inizio avevo collaborato anche io. Certo si è sempre parlato di immigrazione controllata - spiega la Di Pietro - all’essere favorevoli ai porti chiusi in linea con la politica di Salvini, ma nessuna fake news, tant’è che il profilo è stato chiuso solo per il cambiamento di nome". Il tema, però, al di là dell’incitamento all’odio e delle fake news, che in alcune pagine rimosse aveva superato i limiti del codice penale, è anche e soprattutto politico: tant’è che oltre la metà delle pagine oscurate è riconducibile a gruppi di sostegno alla politica del Movimento 5 Stelle o della Lega e che Facebook nel motivare la sua decisione, seguita ad un’indagine fatta dall’ong Avaaz, spiega come il fine sia quello di "proteggere l’integrità delle elezioni nell’Ue e in tutto il mondo". E utilizzare pagine aperte per argomenti che non c’entrano niente con la politica, per poi trasformarle in pagine politiche è una forma di inganno che viola la policy dei social network e la buona fede di chi li frequenta.

La dimensione del fenomeno la dà la stessa Avaaz che, servendosi anche dell’attività di debunking e dei siti di fact cheking, ha segnalato a Zuckerberg quattordici network e ventiquattro pagine sospette in tutta Italia, per una copertura di oltre 18 milioni di followers e 23 milioni di interazioni. I casi di condizionamento delle campagne elettorali grazie a questi inganni, d’altronde, sono al centro del dibattito mondiale delle democrazie.