FALSO

FAKE: “La Ue sta antipatica a oltre la metà dei suoi cittadini”

Pier Paolo Filippi 28 May 2019
FAKE: “La Ue sta antipatica a oltre la metà dei suoi cittadini”
L’Unione europea davvero sta “antipatica” a oltre la metà dei suoi cittadini? Ad affermarlo, lo scorso 19 maggio intervistato da Tgcom24 in vista del voto per il rinnovo del Parlamento Ue, è stato il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, ma le cose non stanno proprio così. Come scrive Pagella Politica analizzando i dati di “Parlametro 2018”, pubblicazione a cura di Eurobarometro che raccoglie le opinioni in merito all’Unione, lo scorso anno il 62% dei dei cittadini europei riteneva positiva per il proprio Paese l’appartenenza alla Ue, mentre il 66% ha risposto che, se chiamato a decidere se abbandonare l’Europa come fatto dalla Gran Bretagna con la Brexit, sceglierebbe di restare. Stessa situazione se si guarda ai soli cittadini italiani, che nel 64% dei casi ha risposto di ritenere positiva l’appartenenza alla Ue e che solo nel 15% dei casi auspicano una uscita del nostro Paese dall’Europa.

Più centrato, anche se non propriamente esatto, è invece il messaggio che Berlusconi lancia con il secondo passaggio dell’intervista rilasciata a Tgcom24, laddove il leader di FI ha sottolineato come la Ue debba trasformarsi da luogo “dei burocrati di Bruxelles, dall’Europa dirigista, dei ragionieri, delle troppe regole e delle troppe imposizioni deve diventare un'Europa di sviluppo, con una politica migratoria comune e militarmente forte, che possa unificare l’Occidente per resistere alla sfida egemonica con l’impero cinese”. Berlsuconi lascia intendere dunque che “l’antipatia” dei cittadini non sia rivolta verso la Ue in quanto tale ma piuttosto verso la burocrazia e i meccanismi decisionali di Bruxelles.

Sempre in base ai dati di “Parlametro 2018”, come scrive Pagella Politica, tra aprile e settembre 2018 in tutti gli Stati (eccezion fatta per l’Ungheria e la Croazia) sono aumentati i cittadini che ritengono che l’Unione stia andando nella direzione sbagliata. In Romania è stato registrato un aumento di 15 punti percentuali (pari al 41 per cento degli intervistati), in Francia, Germania e Slovenia di 13 punti percentuali (pari, rispettivamente, al 59 per cento, al 52 per cento e al 42 per cento degli intervistati). L’insoddisfazione è poi aumentata di 10 punti percentuali nei Paesi Bassi (44 per cento) e di 9 in Belgio (61 per cento), Italia (58 per cento) e Regno Unito (54 per cento). In media, in ogni caso, il dato non arriva al 50% dei cittadini europei.