LA POLEMICA

FAKE: Gli smartphone sono davvero impermeabili

Francesco Malfetano 12 July 2019
FAKE: Gli smartphone sono davvero impermeabili
"Waterproof" è uno di quegli inglesismi a cui, soprattutto i possessori di smartphone più attenti, sono abituati. Quella dell’impermeabilità infatti, negli ultimi anni è addirittura diventata una delle caratteristiche che gli acquirenti richiedono espressamente prima di comprare un nuovo dispositivo, specie quando si tratta di un top di gamma. Questo interesse ha ovviamente spinto le aziende produttrici a lanciare sul mercato un numero sempre maggiore di smartphone certificati IP68, un “attestato” che in sostanza confermerebbe la capacità dei dispositivi di resistere in caso di immersione in acqua.
 

Di recente però, accanto alle rimostranze di acquirenti non proprio convinti che il dispositivo che avevano tra le mani fosse waterproof, ha fatto scalpore la vicenda in cui è incappata Samsun in Australia. Pochi giorni fa infatti, la Commissione australiana per la concorrenza e i consumatori (Accc) ha fatto causa all’azienda coreana accusandola di aver mentito nei suoi spot sulla resistenza all’acqua dei prodotti venduti. L'autorità a tutela dei consumatori, in una nota diffusa il 4 luglio, ha infatti imputato alla compagnia sudcoreana «rappresentazioni false e ingannevoli» nelle pubblicità, dove gli smartphone vengono mostrati non solo come "waterproof", ma addirittura mentre vengono utilizzati in piscina o mentre si fa surf. Due scene pubblicitarie che spingono gli utenti a supporre che i dispositivi siano resistenti all'acqua salata e a quella addizionata di cloro. In particolare l’Accc contesta al produttore sudcoreano ben 300 spot andati in onda dal febbraio 2016 - data di lancio sul mercato del Galaxy S7 - in poi. Secondo l’Autorità che vorrebbe comminare a Samsung una multa milionaria, l'azienda non può pubblicizzare delle funzioni dei suoi smartphone di cui non ha testato direttamente le conseguenze. Il colosso del mondo hi-tech infatti non solo non avrebbe mai provato le conseguenze sui dispositivi dell'esposizione ad acque diverse da quella dolce ma non farebbe neppure valere la garanzia su danni causati dall’acqua.
 
 

La vicenda ha creato una sorta di effetto domino che ha portato molti esperti del settore a interrogarsi sull’effettiva tenuta impermeabile dei dispostivi. Sul tema è infatti intervenuta una vera e propria autorità per quanto riguarda gli smartphone: iFixit. Il portale - che ad ogni uscita di un nuovo dispositivo tech si adopera per smontarlo e carpirne tutti i segreti - ha dichiarato semplicemente che nessuno smartphone è davvero waterproof. O meglio, stando alle dichiarazioni del numero uno di iFixit Kyle Wiens, che può essere considerato impermeabile «solo entro le prime 24 ore» dall’acquisto. In pochissimo tempo d’utilizzo tutte quegli escamotage concepiti dalle aziende per rendere il dispositivo inattaccabile dall’acqua perdono di efficacia. In pratica, stando a quanto dichiarato da iFixit, uno smartphone appena acquistato può resistere per almeno 8 ore immerso a bassa profondità, ma, dopo un rapido utilizzo standard, perde questa capacità a causa di un progressivo quanto rapido deterioramento delle guarnizioni utilizzate per evitare che acqua e umidità entrino in contatto con i componenti vitali del dispositivo.

In pochissimo tempo infatti l’usura delle colle (utilizzate nella maggior parte dei casi) e dei siliconi (riscontrati da iFixit solo all'interno di smartphone Apple e OnePlus) utilizzati per renderli impermeabili, rende inaffidabili la loro tenuta stagna. Il portale inoltre precisa anche come, a differenza di quanto avviene, per garantire anche in minima parte l’impermeabilità le aziende produttrici dovrebbero preferire il silicone. Tuttavia, anche questo materiale che garantisce una tenuta stagna migliore, è soggetto a una veloce corrosione che lo rende inefficace. La tanto ambita certificazione IP68 dunque, sarebbe da considerarsi valida al 100% solo per poche ore. Anche se, Jeff Suovanen, ingegnere di iFixit, è stato meno catastrofista del suo superiore dichiarando che «dopo un anno o due, il telefono ha probabilmente perso molta della sua capacità di respingere i liquidi». In ogni caso, se proprio non si riesce ad evitare che lo smartphone entri in contatto con acqua e altri liquidi, magari sarebbe meglio pensare a dotarsi di custodie impermeabili.