FALSO

FAKE: La Cina bloccherà la produzione di Apple come rappresaglia contro Trump

Francesco Malfetano 09 June 2019
FAKE: La Cina bloccherà la produzione di Apple come rappresaglia contro Trump
Il giorno dopo che Google e altre aziende statunitensi hanno recepito il ban imposto da Donald Trump contro la Pechino e contro Huawei, in molti si sono lanciati in affermazioni del tipo «aspettiamoci un blocco di Apple in Cina». L’associazione è stata piuttosto semplice: Trump non permette a Huawei di lavorare normalmente, Pechino farà lo stesso con le aziende americane. Nell’occhio del ciclone in particolare, ci sarebbe finita Apple che com’è noto produce i suoi dispositivi - iPhone compresi - proprio nel Paese asiatico. In pratica, l’azienda taiwanese Foxconn, vale a dire la più grande multinazionale produttrice di componenti elettrici ed elettronici per i produttori di apparecchiature originali in tutto il mondo, all’improvviso avrebbe rifiutato le commesse della Apple finendo invischiata nella cosiddetta “tech war”. Uno scenario piuttosto apocalittico per gli equilibri tecnologici mondiali che è stato smentito da uno dei protagonisti dell’intera vicenda.

A farlo, in una recente intervista rilasciata alla tv cinese CCTV, è stato il patron di Huawei Reng Zhengfei. L’uomo che ha fondato il colosso di Shenzhen nel 1987 ha nettamente allontanato l'ipotesi di possibili rappresaglie del governo cinese nei confronti dei concorrenti. «Prima di tutto - ha detto - questo non succederà. In secondo luogo, se proprio dovesse accadere, io sarei comunque la prima persona ad oppormi». Nel corso della lunga intervista, Zhengfei - la cui figlia, nonché direttrice finanziaria del gruppo Huawei, Meng Wanzhou è stata arrestata in Canada lo scorso dicembre -  ha anche spiegato che il la rete mobile mondiale non potrebbe fare a meno della Apple. Secondo l’uomo infatti, la mela morsicata, in quanto società leader in tutto il globo, non può essere penalizzata, anche perché «Apple mi ha insegnato tutto - ha concluso - E gli studenti non dovrebbero opporsi al proprio insegnante. Io non lo farò».