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FAKE: Gli assistenti vocali capiscono davvero l'uomo

Francesco Malfetano 03 July 2019
FAKE: Gli assistenti vocali capiscono davvero l'uomo
Gli assistenti vocali stanno diventando sempre più parte della quotidianità di milioni di persone. Ci si rivolge ai vari Alexa, Siri o "Google" per chiedere le previsioni del tempo oppure la lettura delle ultime news, ma anche di prenotare un tavolo al ristorante o di ricapitolare gli appuntamenti della settimana. La loro diffusione improvvisa (le vendite nel 2018 sono incrementate del 95%) ha portato nelle case degli utenti non solo l'intelligenza artificiale ma anche la credenza - dovuta anche al forte impatto pubblicitario sul settore - che gli assistenti possano davvero capire le nostre esigenze. 

Tuttavia, nonostante ad oggi gli smart speaker riescano a compiere azioni incredibili, non è affatto così. Secondo Bill Stasior, l’ex capo di Siri, l'assistente vocale targato Apple, questi software sono ancora molto lontani dal riuscire a comprendere realmente ciò che un utente dice. Nel corso di una recente intervista infatti, Stasior (appena cacciato da Apple, probabilmente per un cambio strategia da parte della società) ha sostenuto che c'è bisogno ancora di tantissimo lavoro - «almeno 5 anni» - prima di riuscire a rendere il dialogo tra uomo e macchina simile a quello tra due persone. 

«Gli assistenti virtuali possono fare tutto: dall’accensione della macchina del caffè quando si è spenta la sveglia del mattino, fino alle prenotazioni al ristorante preferito. Ma l’unico miglioramento davvero atteso per i prossimi tre o cinque anni è una più precisa comprensione del modo in cui parliamo - ha detto Stasior - Secondo me nessuno degli assistenti virtuali promette davvero di essere in grado di capire le persone in modo naturale come possono capirle gli altri». In pratica secondo l'ex manager di Apple che ha lavorato a Cupertino dal 2012 al 2019, gli assistenti vocali non sono ancora in grado di comprendere davvero l’uomo perché programmati solo per recepire le parole chiave. «Penso che tutti imparino quali comandi funzionano e quali comandi non funzionano con gli assistenti virtuali». Non solo, l'uomo spiega anche che i software peccano di uno degli aspetti fondamentali che regolano il dialogo tra due persone, ossia la comprensione attraverso il tono della voce dello stato d’animo dell’interlocutore, così come fanno difficoltà a riconoscere le voci di persone terze.