Concorrenza

FAKE: Apple vuole aiutare i genitori a gestire il tempo passato dai figli con l'iPhone tra le mani

Francesco Malfetano 13 June 2019
FAKE: Apple vuole aiutare i genitori a gestire il tempo passato dai figli con l'iPhone tra le mani
Da diversi mesi tutti i principali produttori di smartphone hanno lanciato una propria applicazione che dovrebbe aiutare gli utenti a gestire meglio il rapporto con il dispositivo. In pratica i colossi del settore, su tutti Apple e Google, hanno realizzato app per limitare il tempo di utilizzo dello smartphone pensate soprattutto per i genitori che vogliono controllare i figli. Evitare che un bambino rimanesse per diverse ore al giorno attaccato a uno schermo infatti, all’improvviso era sembrata essere la cosa in assoluto più importante di tutte per le aziende. All’inizio dell’estate del 2018 c’è stata una vera e propria corsa allo sviluppo di questo genere di funzioni, al punto che centinaia di sviluppatori indipendenti in tutto il mondo hanno lanciato le proprie applicazioni.
Da qualche tempo però Apple sembra aver dichiarato loro guerra e le sta sistematicamente cancellando dal proprio store sostenendo che ne violino le norme. Secondo il New York Times ad esempio, solo nell’ultimo anno, Apple ha rimosso o limitato almeno 11 delle 17 app per lo schermo e il controllo parentale più scaricate. In alcuni casi la mela morsicata ha costretto le aziende a rimuovere funzionalità che consentivano ai genitori di controllare i dispositivi dei loro figli o che impedivano l'accesso dei bambini a determinate app e contenuti per adulti. In altri casi, ha semplicemente impedito alle app di essere scaricate dall'App Store. Prese di posizione che fanno gridare gli sviluppatori alla concorrenza sleale (due delle più popolari app per il controllo parentale, Kidslox e Qustodio, hanno presentato una denuncia all'ufficio della concorrenza dell'Unione europea) perché Apple in questo modo starebbe cercando da un lato di favorire l’utilizzo del servizio offerto dalla sua applicazione di propirietà e dall’altra di impedire che il tempo passato con smartphone e tablet diminuisca davvero. L'azienda fondata da Steve Jobs in pratica, si trova ad essere arbitro di una partita di cui è anche il giocatore principale. E a perdere, ancora una volta, sono gli utenti.