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FAKE: L’attrice americana Angelina Jolie è morta

Alix Amer 31 July 2019
FAKE: L’attrice Angelina Jolie è morta
Migliaia di utenti in lingua araba hanno denunciato la morte dell’attrice Angelina Jolie, ma in realtà è viva e vegeta ed è apparsa in Colombia, dove ha incontrato il presidente Iván Duque Márquez, sollevando i diritti dei bambini rifugiati dal vicino Venezuela. Voci sulla sua morte sono cicliche, spesso l’attrice 44enne, dopo gli interventi delicati che ha subito, è oggetto di questo tipo di notizie.  

La nuova ondata di queste voci è apparsa a fine maggio, secondo un sondaggio di notizie AFP. E ha riscontrato  grande empatia nei confronti dell’attrice da parte degli utenti social e non solo, descritta nella maggior parte dei casi come “il simbolo dell’umanità” o “la regina dell’umanità” o “madre dell’umanità”.

L’attrice americana ha suscitato grande interesse tra gli utenti arabi per le sue attività umanitarie e il suo interesse per le questioni legate ai rifugiati visitando i loro campi in diversi paesi tra cui Libano, Giordania e Iraq. Ma la sua apparizione pubblica in Colombia ha respinto tutte le preoccupazioni dei fan.

Oltre ad essere la star internazionale che è, è anche inviata speciale delle Nazioni Unite per gli affari dei rifugiati, si è recata in Colombia l’8 giugno per una visita di due giorni, durante la quale ha sollevato con il presidente Iván Duque Márquez, i problemi di circa 20.000 bambini venezuelani che potrebbero diventare apolidi a causa dell’ondata di immigrazione, a causa della crisi nel vicino Venezuela. Circa 3,3 milioni di persone sono fuggite dal Venezuela dall’inizio del 2016, secondo le cifre delle Nazioni Unite. Durante la visita, la Jolie ha pianificato incontri con i rifugiati venezuelani. «Ho visto di persona le difficoltà in cui versano scuole, ospedali e strutture locali, ma ho anche visto come le comunità locali mostrano un ammirevole senso di umanità», ha detto. 
Quando per la prima volta si è avvicinata all’organizzazione delle Nazioni Unite, Angelina l’ha fatto perché voleva «conoscere il mondo in prima persona», incontrare coloro che erano «vittime innocenti» della guerra nel tentativo di comprendere la loro situazione e tentare, un giorno, di diventare parte della ricerca di una soluzione. All’epoca aveva 24 anni ma era già una superstar di Hollywood, aveva vinto un Oscar (con Ragazze interrotte) e aveva appena finito di girare il primo capitolo di Tomb Raider. E quella in Colombia è stata la sua sessantacinquesima missione.